Una corda, due capi che si intrecciano, due fragilità che nell'abbraccio diventano forza. Una corda, levigata dagli umori delle mani che vi si sono affidate, dai piedi che le si sono consegnati, perfetta evocazione degli esili ponti di corda a picco sui fiumi sacri delle vallate nepalesi.
Gracili intrecci di fili ondeggianti, che mettono paura al passo, sospesi tra terra e cielo con la loro piccola forza, monumenti alla volontà dell’uomo di congiungere laddove la natura ha diviso, di non arrendersi, di vincere il vuoto, di guardare al di là.
“La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo” scrisse Nietzsche, poichè noi siamo fatti per conoscere l'incognito, per condividerlo, per guardare avanti. Il futuro, il nostro e quello degli altri, sta sempre su un’altra sponda., raggiungibile solo con la coscienza e la responsabilità che dovremmo provare tra noi e per chi viene dopo di noi. Connessioni fisiche e spirituali, interdipendenze culturali e geografiche sono i capi della corda che Om ha con sapiente cura intrecciato nella pietra, indicandoci la via del noi, dirimente per restare umani. Dietro il muro più saldo si rannicchiano paura e insicurezze, ci racconta la corda nepalese, sul più insicuro dei ponti camminano invece fiducia e coraggio.
Bianca Minigutti
Nato a Baglung in Nepal, ora risiede nella capitale Kathmandu. Dopo il Bachelor of Fine Arts all’Università di Tribhuvan in Nepal, ha ottenuto il Master in Belle Arti presso l'Università di Nuova Delhi in India nel 2003 e il Dottorato Ph.D in scultura all’Università di Tribhuvan.
Ha partecipato e coordinato con successo workshop, mostre, seminari e simposi nazionali e internazionali, espondendo anche all’estero per diverse istituzioni. È uno degli scultori del Nepal più noti a livello internazionale e ha ottenuto molti premi e riconoscimenti per il suo lavoro. Membro del Consiglio e dell’Assemblea presso l’Accademia delle Belle Arti del Nepal (NAFA), è fondatore e presidente dell'Associazione degli scultori nepalesi contemporanei "ARAMBHA".